Semi 2010

Giardino della Minerva – Salerno

di Mario Quadraroli

Una domanda è d'obbligo: in quale posizione si pone oggi il mondo dell'arte rispetto alla natura, suo costante, anche se non più esplicito, termine di riferimento?
Una risposta sensata sembra la stiano dando quegli artisti che, dotati di una nuova consapevolezza dell'ambiente, sostenuta da una diversa riflessione critica sul legame tra uomo e natura, hanno orientato il loro lavoro in una inedita strategia produttiva, intervenendo con la loro opera nell’aperto paesaggio e utilizzando quasi esclusivamente materiali della natura. Ed è così che la scena artistica contemporanea si configura come un repertorio ragionato di presenze creative, liberamente confrontabili nell'ambito di una comune innovativa attitudine rispetto alla relazione arte e natura.
Necessaria, quindi, una riflessione al confine tra arti visuali e scienze umane, identificando inedite zone all'incrocio tra percezione dell'ambiente e capacità degli artisti di inscrivere nel paesaggio congrui segni significanti, in grado di esprimere una estesa complessità di dimensioni estetiche e antropologiche.
Sono molteplici le manifestazioni in Italia e in Europa che propongono periodicamente interventi nel paesaggio orientati secondo questa matrice riflessiva e realizzativa. Voglio qui ricordare il Center International d'Art et Sculpture a Crestet in Francia, Tickon a Tranekaer in Danimarca, Europa-Biennale a Niederlausitz in Germania e in Italia Arte Sella a Sella di Val Sugana in Trentino legata al Mart di Rovereto. Arte Sella, sorta nel 1986, ha fatto scuola nel nostro paese: realizzata all'aperto nei prati e nei boschi della Val di Sella, si è sviluppata lungo una strada forestale sul versante di un monte; le opere - generalmente tridimensionali - sono ottenute con tronchi, rami, foglie, sassi e sono lasciate “vivere” con il ciclo vitale della natura. In questo spazio, nel 2001 Giuliano Mauri, ritenuto un caposcuola di Arte in Natura, realizza La Cattedrale Vegetale, tre navate composte da ottanta colonne di tronchi all'interno delle quali è stato piantato un carpine che, crescendo, sostituirà le colonne con un'architettura arborea, intervento questo che riporta d'attualità l'ammonimento profetico di Joseph Beuys e le sue settemila querce piantate a Kassel (Germania) a partire dal 1982 in Difesa della Natura. 
E' questa una premessa dovuta per presentare l'installazione SEmi, realizzata da Anna Crescenzi e Renata Petti del gruppo LALOBA …rifletti il luogo, nel Giardino della Minerva a Salerno.  
Laloba incontra Mauri nel 2005 nell'ambito della rassegna internazionale Villaggio dell'Arte nel Matese ed entrambi lavorano in sintonia con il rapporto arte-natura e una sorta di affinità elettiva li fa lavorare affiancati ognuno nei propri ambiti. 
Giuliano Mauri è di Lodi e, dal 1998, chi scrive coordina un progetto denominato NATURARTE percorsi artistici nel territorio lodigiano  che ha visto in Mauri il cardine su cui far vivere la manifestazione. La prematura scomparsa dell'artista nel maggio 2009 fece sì che l’edizione della rassegna del 2010 fosse dedicata a lui. In quella occasione il gruppo LALOBA presentò un'opera in omaggio a Giuliano Mauri. 
L'installazione “SEmi” di Anna Crescenzi e Renata Petti, realizzata nella suggestiva sede del Giardino della Minerva in occasione della sesta Giornata del Contemporaneo a Salerno e la terza edizione dell'”Orto d'Artista: dalla semina al raccolto” a Milano, ci propone involucri vegetali, tre baccelli con semi di Acanto, di Ruta e di Aconito che, con un percorso di estetica e di sapienza, rimanda alla Scuola Medica Salernitana, obbligandoci alla ...riflessione del luogo. I materiali utilizzati sono dello stesso ambiente senza fare ricorso a tecniche, sostanze e colorazioni che nei confronti dell'habitat circostante possano risultare in qualche modo disomogenee o invasive. 
Si tratta non solo di un recupero “tecnico” di un luogo fondamentale della manualità creativa, ma anche di un ancoraggio simbolico, dato nei termini di quella immediatezza estetica già teorizzata da Beuys in “Difesa della Natura”. L'alleanza tra opera e ambiente diventa, a questo punto, indistricabile. Il segnale stabilito nel luogo attiva la specificità del luogo stesso; l’artefatto non può vivere e non ha senso né riconoscibilità al di fuori di quel determinato contesto ambientale.